Teofilo Folengo, monaco benedettino, nacque a Cipada, borgo oggi inglobato nella città di Mantova (via Cipata), l’8 novembre 1491. Figlio di un notaio mantovano e ottavo di nove fratelli, fin dalla sua infanzia mostrò un'intelligenza vivace ed una notevole abilità nel verseggiare. All'età di sedici anni entrò nel monastero di Sant'Eufemia, vicino Brescia, e diciotto mesi dopo entrò a far parte dell'ordine benedettino. Nel 1524 abbandonò la vita monastica per Girolama Dieda, una giovane donna di buona famiglia con la quale vagabondò in varie città italiane. Al termine di questo periodo "scapestrato", Folengo chiese, nel 1530, di essere riammesso nell'ordine religioso. Dopo aver peregrinato in vari monasteri del centro Italia approdò finalmente a Crapolla insieme al fratello Gianbattista. In questo luogo solitario e bello egli compose il poema volgare in ottave, L'umanità del Figliolo di Dio, opera che doveva favorire la sua riammissione nella Congregazione. La vicinanza di Crapolla ad un centro culturale importante come Napoli suggerisce, attraverso i nomi che affiorano nel Varium poema e nell'Umanità, un contatto tra il Poeta e gli accademici pontaniani: in particolare Matteo Acquaviva, Scipione Capece, Vittoria Colonna e Girolamo Seripando. Tutti letterati finissimi, seguaci dell'insegnamento di Juan de Valdés, affini dunque, per gusti letterari e sensibilità spirituale all'anticonformista religiosità del Folengo.
Morì a Santa Croce de Campesio, l'attuale frazione Campese del comune di Bassano del Grappa, il 9 dicembre 1544. La sua tomba è tuttora presente a Campese. Folengo e' conosciuto soprattutto per le opere scritte in “macaronico”, una lingua letteraria che ha origine alla fine del Quattrocento e che mescola il volgare letterario, il dialetto e il latino. Nel poema Baldus, e in altre opere, pubblicate con lo pseudonimo di Merlinus Cocaius , ha mostrato le possibilità artistiche del macaronico.
TEOFILO FOLENGO
Cipada 8 novembre 1491 - Campese 9 dicembre 1544
(a Crapolla tra il 1530 - 1533)