Penisola Sorrentina

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Monte di Torca
   Il Monte di Torca affaccia sul golfo di Salerno ed ha dovanti uno scenario paesaggistico incantevole.
La vista spazia per quasi tutta la Costiera Sorrentina/Amalfitana, mentre le isole di Vetara, Isca e Li Galli sembra di poterle toccare con mano.
Non vi è traccia di manufatti ad eccezione di una torre di difesa (vedi in seguito: Torre di Crapolla) fatta costruire dopo l'invasione saracena della Penisola Sorrentina avvenuta nel 1558.
Terra consacrata alle Sirene, in antichità veniva denominato, insieme al territorio circostante, Monte Sireniano.
Tra le tante ipotesi proposte dagli eruditi della mitologia greca ci piace segnalare quella che vuole la dimora delle Sirene proprio su questi monti e che la loro fine sia avvenuta in occasione del passaggio del furbo Ulisse, il quale navigando per il mare di fronte riuscì a resistere al loro canto facendosi legare al palo della propria nave. Le sirene dispiaciute per l'accaduto si gettarono in mare trasformandosi in roccie: le isole de “Li Galli”.
Il Monte di Torca faceva parte di quel territorio libero di Sorrento, detto poi Massa Pubblica, dove era possibile per tutti cacciare, pascolare, far legna etc.. Con la conquista della penisola sorrentina da parte degli antichi Romani, questo territorio libero venne in parte assegnato a dei legionari di Augusto, ma il nostro Monte rimase terra di tutti.
Nelle epoche successive, ingrandendosi il sovrastante borgo di Torca, buona parte del Monte venne occupato da privati per renderlo atto alla coltura. Quel che rimase di pubblico dominio, ma solo dominio dei Torchesi, servì a compensare l'economia di quelle famiglie che non possedevano sufficiente territorio per le loro attività agricole. Lì, specialmente le donne, andavano a pascolare gli aninali o a fare l'erba: era in pratica un fondo comune di uso civico, ma ripeto solo dei Torchesi, dove chi aveva bisogno poteva attingere.
Nell'800 ci furono altri tentativi da parte di privati e del comune di Massa Lubrense di usurpare a proprio favore pezzi del Monte, innescando una pesante lite con i naturali del borgo. Nel 1871 si arrivò addirittura allo scontro fisico tra le donne, abituali utilizzatrici del territorio, e alcuni uomini che, come già detto, in combutta col Comune volevano appropriarsene. Ne seguì un processo davanti al giudice che alla fine, in sintesi, sentenziò che Il Monte di Torca era notoriamente di uso pubblico e che quindi il Comune di Massa Lubrense non vi aveva nessun diritto di affittarlo a privati. Si stabilì, quindi, l'uso civico del territorio che così resterà anche per il secolo successivo.
Oggi, come sempre, Il Monte è di tutti, ed è l'ultima rimanenza storica della Massa Pubblica.


     Torre di Crapolla

   Si trova alla fine del Monte di Torca quasi a ridosso del mare. Essa venne costruita dal 1567 al 1570 in seguito all'invasione saracena avvenuta il 13 giugno 1558. La Torre è raggiungibile dalla marina di Crapolla o dal Monte di Torca tramite un sentiero abbastanza complicato.
La costruzione della Torre detta anche Torre di San Pietro e Torre di Torca, fu opera dell'ingegnere e architetto Cavese, Donato Antonio Cafaro, detto il Pignaloso. Tra le sue opere ricordiamo anche che diresse i lavori della Cattedrale di Cava de' Tirreni e del campanile della Chiesa e Convento di S. Francesco e S. Antonio nella stessa città.
La decisione di edificare una torre in un luogo così impervio e poco accessibbile è da attribuirsi al fatto che essa, oltre alla difesa costiera, doveva anche proteggere l'insenatura di Crapolla dove era possibile fare rifornimento di acqua dolce dal ruscello Iarito.
Si può ritenere che la Torre odierna sia ancora quella originale perchè salvo presunti piccoli aggiustamenti chiesti da un omonimo discendente del costruttore nel 1670 null'altro è stato fatto.
I custodi della torre, i cosidetti torrieri, avevano il loro alloggio al piano inferiore della stessa. E' da supporre che le loro dimore familiari fossero state fissate nel sovrastante borgo di Torca perchè nel catasto onciario del 1742 si legge che ivi abitavano diversi torrieri. Forse qualcuno di essi era anche guardiano della torre dell'isola “Li Galli”, ma questa per ora è vera ipotesi da dimostrare pur essendoci piccoli indizi, come il legame dell'isola con Crapolla per il rifornimento dell'acqua, piuttosto che la vicinanza a Torca, e altro indizio è che l'ultimo torriere de Li Galli a me conosciuto, a nome di Giovan Battista Merolla (primi decenni del 1600), è un nome che ricorre spesso nella genealogia dei Torchesi.
Per raggiungere la Torre non è cosa facile per chi non conosce il posto perchè il vecchio sentiero dei torrieri, abbandonato da un paio di secoli, è completamente sparito. In più c'è da aggiungere la difficoltà di un territorio scosceso e pietroso. Stesso problema si riscontra nel tratto che va dalla torre fino al fiordo di Crapolla dove i torrieri si rifornivano di acqua dolce e da dove partivano per andare alla torre de “Li Galli”.
Monte di Torca e Torre di Crapolla

 

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