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   Riporto qui sotto la biografia di Filippo Anastasio tratta da " Memorie storiche della della chiesa Sorrentina" di Bartolomeo Capasso.

" Il Camera nei Cenni storici sulle Chiese Vescovili del Regno pubblicate dal d'Avino, crede che costui nascesse in Vettica borgo di Amalfi da Nunzio e Santa Anastasio ai 25 Settembre 1650. Ma nella vita di questo nostro Arcivescovo scritta dal Sacerdote Andrea Ajello, si dice nato in Napoli da Ludovico ed Anna Maria Tolosa ai 25 Gennaio 1656. Or non pare che possa negarsi fede a quest'ultima assertiva pubblicandosi una tal vita col consenso e forse sotto i dettati dello stesso Patriarca Antiocheno. Fin dalla fanciullezza dimostrò la felicità del suo ingegno , perocchè essendo appena di dieci anni aveva già appresa la lingua latina, alla quale in poco tempo accoppiò la conoscenza anche del greco. Studiò le scienze filosofiche presso i Padri della Compagnia di Gesù, e la giurisprudenza dal chiaro Francesco Verde, poscia Vescovo di Vico Equense. Prese indi la laurea dottorale in ambo i diritti, vestì l'abito chiericale,e diede opera ad apprendere le teologiche discipline da Giambattista Guarino, Antonio Palmieri e Ignazio Tellino della Compagnia di Gesù. Nè pei gravi studi ai quali era volto, lasciò di coltivare l'amena letteratura, nella quale si dimostrò non infelice scrittore. Ed a questa volle anche aggiungere la conoscenza delle scienze fisiche e matematiche, alle quali quasi per sollievo si diede dopo una infermità. Questi meriti essendo pervenuti a notizia del G. Contestabile Colonna,che allora reggeva come Vicerè il nostro Regno, fecero sì che nominasse l'Anastasio a professore della Cattedra primaria del jus civile nell' Università di Napoli; ma essondo poco dopo partito il Colonna, ed essendo venuto a nuovo Vicerè il Conte di S. Stefano, costui spinto dai molti,che a quella carica aspiravano, e che gli rappresentarono essere stata quella nomina irregolare, l'annullò,ed ordinò che si facesse un concorso, del quale non sappiamo l'esito. Sembra però che fosse stata data in cambio all'Anastasio la Cattedra de'sacri Canoni. Nel 1699 poi mentre da Giacomo Cantelmo Arcivescovo di Napoli era nominato Canonico di quella Cattedrale, fu da Papa Innocenzo XII eletto Arcivescovo di Sorrento. Consacratosi in Roma ai 12 aprile di quell'anno, si portò subito alla sua Chiesa , e cominciò con molta lode il suo governo. Ma non andò guari tempo che dovette allontanarsene; perciocchè alcune differenze sopravvenute nella visita della Diocesi cogli Amministratori laici della Estaurita de' SS. Prisco ed AgnelIo nel Piano di Sorrento furono in quell'epoca così corriva alle contese giurisdizionali disgraziata occasione di grave disturbo tra le due Potestà , e costrinsero il nostro Arcivescovo a partirsi da Sorrento, e trattenersi quando a Roma quando a Napoli fino al 1710 , allorchè tolti gli ostacoli, egli potè far ritorno nella sua Diocesi. Papa Clemente XI ai 27 dicembre 1707 lo nominò Prelato domestico , ed Assistente al trono Pontificio, e gli offrì la Chiesa di Manfredonia in prima , e poscia quella di Consa; le quali offerte avendo egli ricusate, dal medesimo Pontefice gli fu donata l'Abbazia di S. Pietro a Crapolla ed una pensione sulla Chiesa di Consa, e poi da Innocenzo XIII l'Abbazia di S. Pietro a Cermenna. Egli però cercava sempre di dimettersi dalla sua Chiesa,e tanto più, in quanto che nuovi imbarazzi incominciarono a sorgergli contro nel 1723, per la nomina dei Parrochi di alcuni villaggi della sua Diocesi, dal che fu costretto a portarsi inRoma,ove risolutamente depose l'Arcivescovado in mano del Pontefice BencdettoXII successo ad Innocenzo.In cambio il Papa voleva offrirgli la Chiesa di Cosenza, ma avendola egli pure costantemente ricusata, fu nominato Patriarca titolare di Antiochia ed Esaminatore de'Vescovi. Trovandosi a Roma, a preghiera de' suoi antichi Diocesani, compose le lezioni per l'Ufficio dei SS. Patroni di Sorrento che ora recitansi. Mori ivi ai 10 Maggio 1735. La sua orazione funebre fu recitata dal celebre Padre Giacco Cappuccino, e si legge stampata nel tomo 111 delle Orazioni sacre del medesimo."
Filippo Anastasio

 

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